INTERVISTA A CECILIA GASDIA – SOVRINTENDENTE DELL’ARENA DI VERONA

a cura di Andrea Merli


7 maggio 2018

Ci giunge a sorpresa una telefonata dalla neo Sovrintendente dell’Arena di Verona, dopo l’ultima fortunata Anna Bolena di domenica 6 maggio al Filarmonico di Verona, mentre è in corsa sulla strada per l’aeroporto di Malpensa, prossima a prendere letteralmente il volo a scopi e fini artistici per il suo Teatro.

“Non può immaginare la quantità di impegni e appuntamenti, di decisioni e scelte che devo operare in brevissimo tempo, visto anche che siamo alle soglie della nuova stagione estiva in Arena!”

Tenendo conto, in aggiunta, che la stagione al Teatro Filarmonico non si è ancora conclusa in vista di una prossima Salome di Richard Strauss e considerando che solo ieri è andata in scena, coronata da un successo non meno che trionfale, l’ultima replica della donizettiana Anna Bolena.

“Anna Bolena è l’opera che ha segnato la mia carriera, col mio debutto improvviso in Scala nel 1982” – di quel debutto chi firma fu testimone – “In verità avevo fatto parte, giovanissima, proprio del coro dell’Arena, poi ho vinto il prestigioso “Concorso Callas” indetto dalla RAI e da lì il passo alla Scala”.

Cecilia Gasdia, oggi come allora, si dimostra una donna determinata. “Una bella sfida come donna essere a capo di una Fondazione così importante e prestigiosa con oltre un secolo di storia alle spalle. Si suol dire “nemo profeta in patria”, ma ritengo che in questo caso mi siano state riconosciute delle qualità ed un percorso internazionale che mi porta, proprio per la mia esperienza artistica, a conoscere a fondo, sulla pelle si può ben dire, una realtà che ad altri sfugge: è sicuramente un gran vantaggio aver vissuto da “dentro”, anche in Arena, la vita del teatro”

Dalla macchina il suono del cellulare va e viene, ma la signora Gasdia ci tiene a precisare “ Nei tre mesi trascorsi da quando mi è stato conferito l’incarico, ho soprattutto avuto un occhio di riguardo nello stringere ulteriormente i rapporti con il personale e le masse artistiche che dipendono dall’Arena. Per fortuna ci si trova in unità di intenti e siamo e saremo un fronte unito e forte nell’affrontare una situazione che, soprattutto economicamente, è in risalita da almeno due anni, merito della precedente gestione. Il mio compito ora è quello di mantenere la linea di risanamento iniziata dai miei predecessori, seppure l’adesione alla legge Bray abbia imposto non pochi sacrifici, e soprattutto tenendo conto della legge 160 del 2016 che prevede il raggiungimento del pareggio di bilancio entro il prossimo anno. Per fortuna per il reperimento di fondi posso contare sull’appoggio sostanziale del Sindaco Federico Sboarina – eletto nel giugno del 2017 n.d.r. – che ha in grande cura il destino dell’Arena e con cui ho trovato subito una grande intesa. Di fatto, per la nostra causa, si è recato a Roma tante volte che al Ministero stesso si sono stupiti di vedere un Sindaco così attivo per la difesa ed il sostegno della cultura della sua città! Un primato anche questo” sottolinea ridendo dall’altra parte … del filo, si diceva una volta.

“E dunque “ continua con fermezza la Gasdia “sarà una programmazione oculata, che dovrà pagare le spese per i precedenti sprechi. Almeno fino alla stagione 2019/20 prevedo un solo nuovo allestimento all’anno in Arena. E’ il minimo, ma per ora è già tanto: quest’anno è la volta della nuova Carmen per la regia, scene e costumi di Hugo De Ana, uno tra i più apprezzati registi in Arena e non solo. Del resto ho trovato la programmazione già fatta per quest’anno, ma è stata determinante la scelta artistica dei cast in cui mi vanto di annunciare che un 30% degli artisti debutteranno per la prima volta in Arena. Ovviamente questo è un palcoscenico internazionale, intercontinentale. Le scelte avvengono per effettive qualità artistiche ed idoneità, specie per i cantanti, ad esibirsi in uno spazio che, sebbene così grande, è dotato di un’acustica incredibile. Quindi largo anche ai bravi cantanti spagnoli, la Spagna del resto è sempre stata ben rappresentata in Arena.”

Abbiamo apprezzato molto come ha risolto pure “l’incidente” con il mezzosoprano georgiano Anita   Rachvelishvili. La signora Gasdia mi interrompe con un’altra risata “Sì, si è trattato di un malinteso, partito da una comunicazione precipitosa. Ma abbiamo trovato subito un accordo e, anzi, è stato una simpatica situazione che ha richiamato l’attenzione su di lei e sull’Arena, il ché non guasta mai. Le notizie corrono sul web ed attraverso i social, una realtà di cui bisogna tener conto. La brava Anita, comunque, canterà in Arena e dunque l’operazione si è rivelata vincente”.

I cast di questa edizione 2018 sono molto interessanti. “Riproponiamo gli allestimenti, peraltro alcuni spettacoli storici molto amati dal pubblico: non scordiamo che l’Arena è capace di circa 13.000 posti, e certo pensiamo in futuro di allargare le proposte dei titoli, fermo restando che quelli più popolari rimarranno sempre in repertorio, ma non risparmiamo sui cast. Penso poi alla stagione invernale, al chiuso del Teatro Filarmonico, dove prevedo di portare avanti la politica delle coproduzioni e di poter esportare nel mondo il nome dell’Arena e di Verona. In realtà io voglio prendere esempio dalla vicina Salisburgo. Vorrei che la Città si identifichi con il Festival in Arena, che la musica la pervada anche fuori del Teatro Filarmonico e dall’Arena, nelle piazze per la strada, in luoghi insoliti e che prenda di sorpresa anche il turista di passaggio, con un coinvolgimento totale dei visitatori che giungono a frotte. La musica li deve avvolgere e coinvolgere e se sarà il caso ricorreremo pure al “flash mob” ora di moda!”

Che aggiungere? Si ha la netta sensazione di avere finalmente la persona giusta al posto giusto. Coraggio e forza non gliene sono mai mancate: forza signora Gasdia, siamo tutti con lei. “In bocca al lupo!”

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