Warning: "continue" targeting switch is equivalent to "break". Did you mean to use "continue 2"? in /customers/6/2/8/iteatridellest.com/httpd.www/artisti/wp-content/plugins/revslider/includes/operations.class.php on line 2858 Warning: "continue" targeting switch is equivalent to "break". Did you mean to use "continue 2"? in /customers/6/2/8/iteatridellest.com/httpd.www/artisti/wp-content/plugins/revslider/includes/operations.class.php on line 2862 Warning: "continue" targeting switch is equivalent to "break". Did you mean to use "continue 2"? in /customers/6/2/8/iteatridellest.com/httpd.www/artisti/wp-content/plugins/revslider/includes/output.class.php on line 3708 Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /customers/6/2/8/iteatridellest.com/httpd.www/artisti/wp-content/plugins/revslider/includes/operations.class.php:2858) in /customers/6/2/8/iteatridellest.com/httpd.www/artisti/wp-content/plugins/onecom-vcache/vcaching.php on line 595 Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /customers/6/2/8/iteatridellest.com/httpd.www/artisti/wp-content/plugins/revslider/includes/operations.class.php:2858) in /customers/6/2/8/iteatridellest.com/httpd.www/artisti/wp-content/plugins/onecom-vcache/vcaching.php on line 603 Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /customers/6/2/8/iteatridellest.com/httpd.www/artisti/wp-content/plugins/revslider/includes/operations.class.php:2858) in /customers/6/2/8/iteatridellest.com/httpd.www/artisti/wp-content/plugins/all-in-one-seo-pack/app/Common/Meta/Robots.php on line 87 Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /customers/6/2/8/iteatridellest.com/httpd.www/artisti/wp-content/plugins/revslider/includes/operations.class.php:2858) in /customers/6/2/8/iteatridellest.com/httpd.www/artisti/wp-includes/feed-rss2.php on line 8 BARITONO | incontro con l'artista https://artisti.iteatridellest.com intervista Fri, 08 Oct 2021 13:47:24 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.3 https://usercontent.one/wp/artisti.iteatridellest.com/wp-content/uploads/2017/01/cropped-logo-2021nero-32x32.png BARITONO | incontro con l'artista https://artisti.iteatridellest.com 32 32 La corretta tecnica di canto è una sola, quella italiana https://artisti.iteatridellest.com/2021/10/08/la-corretta-tecnica-di-canto-e-una-sola-quella-italiana/ https://artisti.iteatridellest.com/2021/10/08/la-corretta-tecnica-di-canto-e-una-sola-quella-italiana/#respond Fri, 08 Oct 2021 13:28:08 +0000 http://artisti.iteatridellest.com/?p=283 Sebastian Catana, nato in Romania, festeggia quest’anno i vent’anni di carriera, ed è un baritono affermato sulle principali scene internazionali. In occasione delle recite dell’opera di Leoncavallo nel capoluogo ligure gli abbiamo rivolto alcune domande sulla sua carriera.   Intervista raccolta da Nicola Salmoiraghi In questi giorni canterà Tonio in Pagliacci al Teatro Carlo Felice di Genova, ci vuole parlare del suo personaggio? Tonio è un personaggio molto interessante, sia

Read More

The post La corretta tecnica di canto è una sola, quella italiana first appeared on incontro con l'artista.

]]>
Sebastian Catana, nato in Romania, festeggia quest’anno i vent’anni di carriera, ed è un baritono affermato sulle principali scene internazionali. In occasione delle recite dell’opera di Leoncavallo nel capoluogo ligure gli abbiamo rivolto alcune domande sulla sua carriera.

Sebastian Catana – foto © Yasuko Kageyama

 

Intervista raccolta da Nicola Salmoiraghi


  • In questi giorni canterà Tonio in Pagliacci al Teatro Carlo Felice di Genova, ci vuole parlare del suo personaggio?

Tonio è un personaggio molto interessante, sia musicalmente (a parte la pagina elettrizzante del Prologo, contiene pagine di enorme bellezza), sia interpretativamente. È un carattere complesso, per questo molto avvincente da vivere sul palcoscenico. Io penso che sia un uomo che ha vissuto qualche violenza nella sua giovinezza, è stato emarginato dalla società, solo, soffrendo di una disabilità che può essere sia fisica che mentale. È cresciuto in un ambiente tossico, e anche nella sua vita con Canio, Nedda e Peppe vive immerso in un ambiente viziato da relazioni nocive. In ogni personaggio che interpreto cerco di sempre di trovare le motivazioni per le loro azioni, costruendo anche io personalmente una back-story, nel caso le motivazioni non siano chiare nel testo e nella musica dell’opera. Tonio è crudele, ma la sua crudeltà emerge solo quando viene rifiutato da Nedda, alla quale, rivelando il suo amore, apre per la prima volta il cuore a qualcuno. All’inizio dell’opera è timido, goffo e un po’ complessato, ma quando viene respinto diviene vendicativo e assolutamente perfido e perverso. È molto interessante anche vedere come Tonio durante la “commedia” interpreta il personaggio di “Taddeo”, un nuovo aspetto di se stesso, dove chiaramente è a suo agio, libero di tutti i complessi e paure della sua quotidiana esistenza, facendo qualcosa che lo diverte e in cui eccelle. In questa produzione di Genova, Tonio è presente sul palco molto più del solito, rivestendo il ruolo del vero manipolatore e istigatore del dramma, diventando quasi uno Jago nel contesto del brutale finale dell’opera: perciò in questa occasione si ritorna alle indicazioni originarie di Leoncavallo, restituendo a Tonio la pronuncia delle fatali parole finali, “La commedia è finita!”.

  • Come è nata in lei la passione del canto e quali sono stati i suoi studi e l’inizio della sua carriera?

Sono un figlio d’arte, perché i miei genitori erano entrambi cantanti lirici (Emilia e Vasile Catana), acclamati solisti dell’Opera di Stato Rumena di Cluj-Napoca, e grazie a loro ho visto la mia prima opera a quattro anni. Rimasi molto impressionato e penso che interiormente decisi quella sera che avrei voluto fare il cantante lirico, però la mia vocazione verso il canto (che è sempre stato una passione) come professione è nata di fatto molto più tardi, infatti non ho cominciato a studiare prima dei ventiquattro anni. Precedentemente ho studiato e mi sono laureato in Ingegneria Chimica alla Carnegie Mellon University e alla Michigan University. Successivamente incontrai Claudia Pinza, la figlia del leggendario Ezio Pinza e cominciai a frequentare le sue lezioni di Duquesne University di Pittsburgh, dove mi sono laureato in canto. Ho anche studiato privatamente con mia mamma. E a quel punto ho scelto il canto come vocazione della mia vita. Nel 2001 ho fatto il mio debutto professionale con Les Huguenots alla Carnegie Hall di New York.

Sebastian Catana – foto Ennevi

  • Quali sono i punti cardine di una corretta tecnica di canto?

La corretta tecnica di canto è una sola, quella italiana, che è fatta di supporto del fiato, canto sulla parola e con senso della linea e del legato. Io sono un ascoltatore appassionato e mi piace ascoltare i grandi interpreti del passato, sono i modelli a cui guardo sia da un punto di vista di espressione artistica che di tecnica vocale.

  • Verdi ha un ruolo fondamentale nella sua carriera. Esiste, a suo parere, un canto “verdiano”?

Verdi è “il” compositore, specialmente per noi baritoni. Ho cantato già molti ruoli verdiani e credo che come ha detto una volta qualcuno “tu non scegli il tuo ruolo preferito, è lui che sceglie te”, quindi evidentemente c’è una naturale propensione per alcune vocalità e alcuni personaggi. Penso che in questo consista la “verdianità” o meno di un’interprete. Verdi per me rappresenta un punto fermo, un autore a cui torno sempre con immensa gioia, perché insegna a cantare, ti spinge a migliorare sempre la tua tecnica.

  • Quale personaggio predilige di Verdi e perché?

Non è facile rispondere a questa domanda: ho cantato molte volte Nabucco, Germont nella Traviata, Rigoletto e ho affrontato in un’unica occasione Jago in Otello e Francesco Foscari. Ho appena debuttato al Berkshire Opera Festival il ruolo del titolo in Falstaff, e ho ricevuto moltissime gratificazioni dal pubblico e dalla critica, il che mi ha reso felicissimo e desideroso di affrontare nuovamente presto questo monumentale ruolo, e per il quale mi sono preparato moltissimo. Tutti i personaggi che Verdi ha creato per il baritono sono fantastici e ti spingono ad una ricerca infinita, un lavoro vocale e interpretativo senza fine.

Sebastian Catana – foto Ennevi

  • Non manca nemmeno il cosiddetto, in senso ampio, Verismo nel suo carnet, Scarpia, Barnaba, Alfio…  il suo approccio vocale e di interprete è differente nei confronti di questa scrittura vocale?

Assolutamente no. Certamente queste opere richiedono un impegno teatrale maggiore: penso soprattutto a Scarpia, un personaggio che nasce prima dal teatro di prosa e per questo richiede un vero attore. Vocalmente però tutto deve essere cantato e anche nei punti in cui è richiesto espressamente di parlare non è necessario fare degli effetti volgari. Certamente l’orchestrazione del repertorio verista richiede dei mezzi vocali che riescano a superare senza forzare la massa di suono dell’orchestra. Il Verismo arriva dopo Verdi, è semplicemente un’evoluzione stilistica dell’opera italiana e così deve essere vissuto da noi interpreti.

  • Quanto conta, oggi essere un interprete credibile sulla scena?

L’opera è sempre stata teatro: come dicevo prima io faccio un lavoro di riflessione molto approfondito sulle azioni che compie il mio personaggio, e questo processo coinvolge anche la parte attoriale. Quello che è cambiato oggi rispetto al passato è la costruzione di uno spettacolo d’opera. Siamo ormai abituati ai meccanismi del cinema, delle serie tv e per questo vogliamo all’opera un’esperienza che sia simile. Inoltre in alcuni contesti ci troviamo in spettacoli fortemente simbolici o fortemente fisici, quindi dobbiamo essere attori e qualche volta anche atleti. Quello che io perseguo è dare piena credibilità al personaggio, quindi se trovo un regista che mi spiega le sue scelte e che, sulla base della musica, costruisce la psicologia del mio ruolo, io sono disponibile a lavorare e a creare un risultato che sia teatralmente il più vero possibile.

  • Quale ricorda, sin qui, come esperienza più gratificante della sua carriera?

Ci sono tante esperienze che per un motivo o per un altro sono indimenticabili. Il primo ricordo che mi viene in mente è il mio debutto, esattamente diciotto anni fa (nell’ottobre 2003) alla Metropolitan Opera, con il ruolo di Schaunard nella storica produzione della Bohème di Zeffirelli e con la direzione del Maestro Daniel Oren. L’altra esperienza che porto nel cuore è stata incontrare nuovamente il Maestro Oren sempre con Puccini, nel novembre 2014 all’Opéra Bastille, per il mio debutto nel ruolo di Scarpia.  Un altro meraviglioso ricordo è il mio debutto al Festival Verdi, con Ezio in Attila, nel 2010, un’edizione che è stata pubblicata anche in DVD. In generale è sempre gratificante cantare nei grandi teatri italiani come il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro dell’Opera di Roma e il Teatro Regio di Torino. Penso anche al debutto all’Arena di Verona, il ritornare a cantare su quello stesso palcoscenico l’estate scorsa, dopo il terribile periodo che abbiamo vissuto, e debuttando il ruolo di Tonio, oppure il debutto come Falstaff lo scorso agosto, un ruolo che amo e sul quale ho davvero fatto un lavoro lungo e profondo.

Sebastian Catana

  • C’è un ruolo non ancora affrontato che le piacerebbe cantare e per quale motivo?

Ho affrontato già molti dei ruoli che sognavo, mi piacerebbe avere l’occasione di cantare nuovamente Jago e Francesco Foscari e in generale di continuare a cantare tutto il mio repertorio, mentre due ruoli che non ho ancora affrontato e che sogno di cantare sono Carlo Gérard in Andrea Chénier e Michele del Tabarro.

  • Cosa ne pensa della filologia? Cantare sempre e solo quello che è scritto o concedersi di tanto in tanto qualche “sbandata” di tradizione?

Penso che filologia e tradizione non debbano per forza essere in contrasto. È giusto talvolta fare un lavoro di ripulitura dalle cattive abitudini e dagli effetti sbagliati, quelli che vanno contro l’interesse stesso della musica e del personaggio. Tuttavia penso anche che l’opera sia il risultato di un processo storico che passa anche attraverso gli interpreti, e questo va tenuto in considerazione, specialmente nell’opera italiana.

  • Cosa avrebbe fatto se non avesse fatto il cantante?

Probabilmente l’ingegnere come dicevo sopra, ma evidentemente l’opera era nel sangue!

  • Ci può parlare dei suoi impegni futuri?

Successivamente a questo debutto genovese sarò alla Israeli Opera di Tel Aviv per una nuova produzione de La Traviata con la direzione del Maestro Dan Ettinger. Sono felice di ritornare a vestire i panni di Germont, perché dopo il Verismo di Tonio, credo sia salutare tornare al Belcanto verdiano. Più avanti nella stagione tornerò ad un altro ruolo che amo, Scarpia in Tosca alla Royal Danish Opera di Copenaghen.

8 ottobre 2021

 

The post La corretta tecnica di canto è una sola, quella italiana first appeared on incontro con l'artista.

]]>
https://artisti.iteatridellest.com/2021/10/08/la-corretta-tecnica-di-canto-e-una-sola-quella-italiana/feed/ 0
“Senza pubblico c’è poco da festeggiare!” Intervista con Federico Longhi https://artisti.iteatridellest.com/2020/11/09/senza-pubblico-ce-poco-da-festeggiare-intervista-con-federico-longhi/ https://artisti.iteatridellest.com/2020/11/09/senza-pubblico-ce-poco-da-festeggiare-intervista-con-federico-longhi/#respond Mon, 09 Nov 2020 17:04:54 +0000 http://artisti.iteatridellest.com/?p=219 a cura di Madina Karbeli Siamo già al secondo lockdown e le attività teatrali sono praticamente tutte annullate. Secondo te, come si può sopravvivere in un ambiente così? L‘artista può sopravvivere a livello economico, se è fortunato. Se ha lavorato e ha risparmiato può andare avanti con la vita normale senza spendere e spandere. Sopravvivere, non vivere! Da un punto di vista psicologico può essere più difficile, perché un artista vive quando canta, quando

Read More

The post “Senza pubblico c’è poco da festeggiare!” Intervista con Federico Longhi first appeared on incontro con l'artista.

]]>
a cura di Madina Karbeli

  • Siamo già al secondo lockdown e le attività teatrali sono praticamente tutte annullate. Secondo te, come si può sopravvivere in un ambiente così?

L‘artista può sopravvivere a livello economico, se è fortunato. Se ha lavorato e ha risparmiato può andare avanti con la vita normale senza spendere e spandere. Sopravvivere, non vivere! Da un punto di vista psicologico può essere più difficile, perché un artista vive quando canta, quando viaggia, vive quando incontra il pubblico: quando può esercitare la sua professione. Per un po‘, com’è successo durante il primo lockdown,  ti riposi: io arrivavo da un lunghissimo periodo molto impegnato, era anche necessario! Ma poi… Sono stato fortunato, perché appena hanno riaperto i teatri, il 15 di giugno ho avuto il mio Rigoletto, i concerti in Germania, tante masterclass, per carita! Non posso lamentarmi! Ho lavorato sino al primo giorno di lockdown: ho finito la mia masterclass a Milano settimana scorsa. Da adesso, chi può saperlo: si sopravvive confidando nella fortuna! Io vivo in un paese piccolo, c‘è la natura, ci sono le passeggiate e i boschi. Posso godermi i colori dell‘autunno. Cerco nel poco, cerco nel semplice la bellezza; non nel canto, non nelle produzioni, o nella voce, né in quello scambio energetico tra colleghi e con il pubblico. Cerchiamo il bello nel quotidiano.

  • Guardando al futuro?

Anche il futuro è ipotetico! I teatri sono chiusi al pubblico. Alcuni teatri, che erano già in produzione, hanno rispettato gli artisti impegnati e hanno scelto di andare avanti e trasmettere gli spettacoli in streaming. L’altro giorno ho seguito lo streaming di Suor Angelica da Sassari. Quando è finita la rappresentazione: un silenzio! Ma perché non hanno messo uno speaker che dicesse almeno qualcosa come: “Signore e signori, grazie! Abbiamo trasmesso Suor Angelica, ricordiamo gli interpreti, l’orchestra…”? Invece, un gelo!

  • Potrebbe essere un gesto simbolico per dire che così non si può andare avanti!

Si, è anche voluto! Perché comunque dai il segnale che senza pubblico non si può continuare e che c’è poco da festeggiare. Lo sai, quando finisci la recita è un grande momento: quello degli applausi! Ed ora, un gelo! Un silenzio!!! Noi abbiamo cantato, ma così non possiamo andare avanti! Dopo la trasmissione di Suor Angelica ho scambiato due chiacchIere anche con la mia amica Giovanna Lanza che cantava lì e mi ha detto: “Dopo la recita noi siamo tutti scoppiati in un grande pianto!”. Ed io, come spettatore, sono rimasto sul divano con la gola stretta. Alcune persone mi dicono che è meglio fare lo streaming piuttosto che non fare nulla. Però io mi dico, che segnale diamo noi? Ci accontentiamo e facciamo di tutto pur di fare qualcosa, è un bel segnale questo?

  • Questa è una la domanda più polemica, che faccio in tutte le interviste: si può sostituire lo spettacolo visto in un teatro, dal vivo?

Ecco, giusto! L’ultimo spettacolo che ho visto dal vivo era quello di Stabat Mater a Novara. Con poca gente, ma lì si poteva ancora scambiare l’energia, c’era l’entusiasmo, c’era la condivisione! Bellissimo spettacolo, emozionante! Lo streaming è giusto per gli artisti, per farli lavorare, perché possano andare avanti, essere pagati. Ma c’è anche altro problema: ormai dappertutto ci chiedono di abbassare il cachet perché non c’è pubblico. Non c’è bigliettazione: ma quando mai noi siamo andati a prendere le royalty dal botteghino? Non vorrei arrivare ad un certo punto quando ci diranno: “però, a voi è andato bene anche lavorare anche con metà cachet! Allora, andiamo avanti così”.

  • Quindi, pensi che stiamo rovinando il nostro business, stiamo svalutando la nostra professione?

Si, e anche la nostra qualità artistica! Perché noi siamo artisti, noi siamo abituati ad esprimerci sul palcoscenico, liberamente. E adesso? Con un plexiglass davanti, con i microfoni dello streaming. Tanto studio sulla voce, sulla tecnica, sull’emissione naturale… Tutto ora perde senso, tutto completamente distorto!

  • So che come tanti altri artisti anche tu hai perso molti impegni importanti in questo periodo: qual’é la più grande perdita per te?

Da marzo in poi avrei dovuto tornare ai miei appuntamenti esteri. Rigoletto e Il trovatore, due bellissime produzioni a Linz e a Würzburg; avrei continuato con Roberto Devereux a Palermo, Lucia Lammermoor a Nizza. Da giugno ho avuto la fortuna di riprendere con alcuni impegni.

  • Ecco, ci sono stati anche impegni inaspettati, giusto? Come quello di Rigoletto a Parma…

Si, questo è stato un bellissimo regalo dopo i mesi del silenzio: poter debuttare Rigoletto a Parma, nelle terre Verdiane. È stata veramente una grande occasione inaspettata!

  • Come era la messa in scena dello spettacolo con tutte le restrizioni sanitarie?

Abbiamo rispettato tutte le norme, ho fatto tutti gli esami. Poi: misurazione della febbre, mascherine, disinfettante…  e a parte questo, era una regia completamente “covid”, il che significa: mai avvicinarsi, mai abbracciarsi, mantenere le distanze. Un bellissimo lavoro del Maestro Catalano, che a livello registico ha trovato soluzioni molto interessanti con le luci, gli effetti… Una bellissima mise en scene, con meno movimenti, ma la musica di Verdi nessuno l’ha toccata! Dall’inizio alla fine, tutto quello che Verdi ha scritto. Devo dire che a volte, troppe scene, troppi costumi, troppi cambiamenti portano via un po’ l’attenzione dalla musica. Questa volta veramente NO!

  • Hai fatto anche tanti concerti, che sono un poco più facili da organizzare malgrado tutte le restrizioni per il covid, ma si può sostituire il teatro con le rappresentazioni in forma di concerto per esempio?

No! assolutamente NO! In estate dovevo debuttare Nabucco a Erfurt, un opera così stupenda, così grande, così importante dal punto di vista scenico e vocale! L’hanno dovuto sostituire con un gala-concerto, il che è un bellissimo gesto, perché abbiamo lavorato. Abbiamo fatto un bel concerto, il pubblico era felice, il livello musicale è stato alto! Ma vestito con lo smoking, con il microfono, all’aperto, fermo… Cercavo di dare una parvenza di interpretazione, ma non potevo neanche sbracciare perché sembri un pinguino sullo scoglio! No, no… noi amiamo recitare! Sono uno che si butta a terra, va in ginocchio, cerco di dare tutto! Sono felice di aver lavorato, ho guadagnato, ho portato avanti la musica! I concerti erano tutti sold out, c’è stato un bellissimo scambio energetico con un pubblico, ma uno “spettacolo” è altra cosa!

  • Una grande parte del tuo tempo la dedichi ai tuoi studenti. Ho visto che in questo periodo hai fatto tante masterclass e lezioni anche online. Secondo te funziona studiare a distanza?

Ho insegnato online anche durante il nostro primo lockdown. L’ho fatto perché me l’hanno chiesto. E durante tutto il periodo non ho chiesto neanche il pagamento. Ho fatto così, en amitié! Siamo in emergenza e si fa! Anche da un punto di vista psicologico, serve! Due volti amici! Si canta, si parla di musica! Lo studio funziona, diciamo al 50/50. Ascoltando con un computer o un telefonino è difficile; il suono arriva in ritardo, non puoi giudicare tante cose: il fiato, il volume. Non c’è scambio emotivo. Con le persone che già conoscevo ha funzionato perché già vedendo la postura del viso capisco cosa non va bene.

  • Tornando ad un quadro più ampio inerente la nostra realtà, prima o poi la pandemia dovrà finire, che ne sarà dell’opera lirica?

Come nella vita in generale niente tornerà come prima, soprattutto per noi artisti. Già eravamo in crisi; in Italia abbiamo grandi problemi anche legali con i teatri che sono pieni di debiti, e problemi anche da un punto di vista artistico! Come scrisse la grande giornalista Aspesi del primo lockdown: “ne usciremmo tutti più incattiviti”, ed é purtroppo vero! Siamo in guerra, morte tua vita mia. Già di quel poco lavoro che è stato creato quest’estate: chi ha lavorato? Ovviamente anche li c’è un incattivimento assurdo!

  • Ci saranno tante vittime: gente caduta per la malattia, gente che ha perso il lavoro, molti dovranno cercare altre strade, altri mestieri…

Esatto! E ci sono già state! Seguendo tanti giovani, posso già fare il conto su due mani di quante persone non hanno lavorato dallo scorso febbraio, questo fa paura.

  • Lo Stato ha fatto qualcosa per sostenere queste persone, così come hanno fatto in Germania, Austria, Svizzera…?

Qualcosa giustamente hanno fatto, ovviamente mettendo tanti limiti. Non abbastanza per dare almeno il minimo per sopravvivere. Io sono stato fortunato, in Valle d’Aosta sono praticamente solo io il cantante lirico, il Governo ci ha dato un sostegno, ma nel resto del Paese purtroppo si è fatto poco.

  • Concludiamo con una domanda che apre alla speranza: nel tuo percorso di artista hai mostrato un grande coraggio e capacità di crescita. Dal mio punto di vista anche il covid rappresenta una lezione, molto dura… cosa si può imparare in questo momento?

Si spera che la malattia abbia insegnato qualcosa, si spera che passata la pandemia andremmo avanti più sanificati. Qualcosa che non ho mai perso è la voglia di studiare, la voglia di crescere, migliorare. Ultimamente ho fatto tante masterclass, erano tutte al completo. I cantanti giovani e meno giovani sono ancora pieni d’entusiasmo, pronti a migliorarsi, mettersi in discussione, comunque e sempre “avanti tutta” il futuro ci attende!

09 novembre 2020

The post “Senza pubblico c’è poco da festeggiare!” Intervista con Federico Longhi first appeared on incontro con l'artista.

]]>
https://artisti.iteatridellest.com/2020/11/09/senza-pubblico-ce-poco-da-festeggiare-intervista-con-federico-longhi/feed/ 0
INTERVISTA A LEO NUCCI – a cura di Attilio Cantore https://artisti.iteatridellest.com/2019/12/27/intervista-a-leo-nucci-a-cura-di-attilio-cantore/ https://artisti.iteatridellest.com/2019/12/27/intervista-a-leo-nucci-a-cura-di-attilio-cantore/#respond Fri, 27 Dec 2019 17:14:05 +0000 http://artisti.iteatridellest.com/?p=225 a cura di Attilio Cantore Un nuovo e suggestivo allestimento de La bohème inaugura la Stagione 2019-2020 del Teatro Municipale di Piacenza (20-22 dicembre). L’appuntamento chiude splendidamente l’anno delle celebrazioni per il centenario della morte del librettista arquatese Luigi Illica. Nel solco del Progetto Opera Laboratorio, come ormai da tradizione si esibiscono sul palcoscenico piacentino giovani cantanti, autentiche promesse della lirica. A firmare la regia, il leggendario Leo Nucci, affiancato da Salvo Piro; con

Read More

The post INTERVISTA A LEO NUCCI – a cura di Attilio Cantore first appeared on incontro con l'artista.

]]>
a cura di Attilio Cantore


Un nuovo e suggestivo allestimento de La bohème inaugura la Stagione 2019-2020 del Teatro Municipale di Piacenza (20-22 dicembre). L’appuntamento chiude splendidamente l’anno delle celebrazioni per il centenario della morte del librettista arquatese Luigi Illica. Nel solco del Progetto Opera Laboratorio, come ormai da tradizione si esibiscono sul palcoscenico piacentino giovani cantanti, autentiche promesse della lirica. A firmare la regia, il leggendario Leo Nucci, affiancato da Salvo Piro; con le scene di Carlo Centolavigna, i costumi di Artemio Cabassi e le luci di Claudio Schmid. Sotto la bacchetta di Aldo Sisillo, l’Orchestra Filarmonica Italiana, il Coro del Teatro Municipale di Piacenza istruito da Corrado Casati e le Voci Bianche del Coro Farnesiano Piacentino preparate da Mario Pigazzini. Lo spettacolo è in coproduzione con il Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena e il Teatro Giovanni Battista Pergolesi di Jesi ed in collaborazione con l’Opéra de Marseille (info: teatripiacenza.it). Durante l’anteprima dell’opera, abbiamo incontrato il Maestro Leo Nucci nel foyer del teatro.

L’allestimento è calato in una poetica realtà francese ottocentesca, venata di eleganza appena caramellata e sognante. Si percepisce un vibrante amore per la città di Parigi.

«Io amo Parigi, amo la Francia. Si può dire che sono “mezzo francese”: io e mia moglie abbiamo una casa in Francia; è una nazione che porto nel cuore. Anche se la Parigi di un tempo non è più quella di oggi… Ad ogni modo, ho voluto trasmettere questo mio amore in questo allestimento de La bohème».

Subito una curiosità. Nel secondo quadro dell’opera inserisce un “personaggio” inedito: una piccola fisarmonicista, intrigante cameo che occhieggia forse a certe fragili figure femminili in cerca di sogni nel dissipato labirinto di affetti sciupati, à la manière de Édith Piaf.

«Sì, la fisarmonicista è una novità, che certamente guarda a quell’universo. Ho voluto che Musetta si immedesimasse in questa figura. Ma, a dirla tutta, Puccini qualche anno prima de La bohème aveva composto un Piccolo Valzer, dal cui tema deriva l’aria di Musetta. La piccola fisarmonicista suona, appunto, questo valzer, in un breve assolo».

E c’è anche un albero di Natale che campeggia al centro della scena.

«La sottolineatura del 24 dicembre (“la vigilia di Natale” cui si inneggia nel primo quadro) è costante. Allora mi è parso giusto inserire questo elemento decorativo. Ovvio, la tradizione dell’albero di Natale, come si sa, nasce in Germania: in Francia arriverà nel 1834 con Elena di Sassonia, quado andò in sposa a Luigi Filippo… lo stesso del quale si parla ne La bohème. Non ho voluto fare il cosiddetto “teatro vecchio”. Piuttosto, ho voluto fare della sana filologia».

Elementi di indiscussa genialità informano il libretto confezionato da Giacosa e Illica.

«Proprio oggi con mia moglie facevamo, per l’appunto, una riflessione sulla genialità di questo libretto: non dico sia superiore alla musica, ma indubbiamente è un testo letterario straordinario, che possiede una marcia in più rispetto a tanti altri libretti coevi».

Nella cerchia dei bohémiens, Schaunard è il musicista: qui a Piacenza interpretato dal giovane baritono Stefano Marchisio. Nel vestiario e nel trucco, rimanda senza dubbio a Giacomo Puccini. Delizioso omaggio…

«Il personaggio di Schaunard mi è particolarmente caro: ho interpretato il ruolo innumerevoli volte, insieme a quello di Marcello. Nel 1974, peraltro, ho avuto l’onore di conoscere il Maestro Tenaglia, archivista della Casa Ricordi, colui il quale aveva ottenuto direttamente da Puccini la firma per poter avallare le scritture: un tempo, infatti, senza l’autorizzazione del compositore i cantanti non potevano esibirsi. Tenaglia mi disse che Puccini voleva prima di tutti Schaunard. Quando è in scena – nel primo, nel secondo e nel quarto quadro – Schaunard guida musicalmente tutti gli altri: lui è il musicista; lui è Puccini stesso. Ecco perché l’ho voluto presentare in una “foggia pucciniana”, con cappello e baffi».

 

Chi non è mai stato in teatro quale insegnamento può innanzitutto trarre assistendo a uno spettacolo? 

«Essendo il teatro d’opera, nella sua meravigliosa “follia”, la forma di teatro più complessa e completa, insegna dei valori importantissimi: quelli delle varie arti. Infatti, qui noi abbiamo l’arte della musica colta (musica profonda, che scava dentro il sentimento della parola), l’arte del costume, l’arte della architettura. Ci sono mille fattori riuniti, che forse possono sembrare vaghi nel quotidiano vivere ma che venendo a teatro possono diventare patrimonio culturale personale e condiviso. Il teatro d’opera riguarda le problematiche sociali, le problematiche di costume, le problematiche storiche. È un accrescimento incredibile».

Il Teatro Municipale di Piacenza, realtà virtuosa che propone sempre mirabili allestimenti e che valorizza i giovani cantanti. Ne è esempio eclatante il Progetto Opera Laboratorio, che la vede protagonista. Quali sono i consigli che si sente di offrire a chi in questi anni, non sempre facili, muove i suoi primi passi nel mondo della lirica?

«Oggi è difficile fare carriera così come era difficile una volta, ma con difficoltà differenti. Ecco, una sola cosa che mi azzarderei a suggerire è questa… Non pensare che la carriera si faccia solo con l’agente: la carriera si fa sul palcoscenico, gratificata dagli applausi del pubblico. Ma per prendere gli applausi bisogna prepararsi. Il nostro mestiere impone una costante disciplina».22

Attilio Cantore

The post INTERVISTA A LEO NUCCI – a cura di Attilio Cantore first appeared on incontro con l'artista.

]]>
https://artisti.iteatridellest.com/2019/12/27/intervista-a-leo-nucci-a-cura-di-attilio-cantore/feed/ 0
Matteo D’Apolito – Baritono https://artisti.iteatridellest.com/2017/06/19/matteo-dapolito-baritono/ https://artisti.iteatridellest.com/2017/06/19/matteo-dapolito-baritono/#respond Mon, 19 Jun 2017 16:51:15 +0000 http://artisti.iteatridellest.com/?p=179 Matteo D’Apolito baritono Nato a San Giovanni Rotondo (FG), compie gli studi musicali presso il Conservatorio «U. Giordano» di Foggia. E’ applaudito nel debutto come Alidoro ne La Cenerentola nei Teatri del Giglio di Lucca, Alighieri di Ravenna e Rendano di Cosenza e riscuote un successo personale come Parvolo Patacca in Giove a Pompei al Teatro U. Giordano di Foggia. Tra gli altri impegni recenti, Schaunard ne La Bohème per

Read More

The post Matteo D’Apolito – Baritono first appeared on incontro con l'artista.

]]>
Matteo D’Apolito baritono Nato a San Giovanni Rotondo (FG), compie gli studi musicali presso il Conservatorio «U. Giordano» di Foggia. E’ applaudito nel debutto come Alidoro ne La Cenerentola nei Teatri del Giglio di Lucca, Alighieri di Ravenna e Rendano di Cosenza e riscuote un successo personale come Parvolo Patacca in Giove a Pompei al Teatro U. Giordano di Foggia. Tra gli altri impegni recenti, Schaunard ne La Bohème per ragazzi al Teatro Regio di Torino. Particolarmente congeniale al repertorio buffo, interpreta Don Bartolo ne Il Barbiere di Siviglia nei Teatri Verdi di San Severo, Stabile di Potenza, Marrucino di Chieti, Massimo di Pescara, Bonci di Cesena, Performing Arts di Busan, Opera di Varna (Bulgaria) e in tournée in Benelux. Interpreta con successo Mamma Agata ne Le Convenienze ed Inconvenienze Teatrali nei Teatri Verdi di Pisa, del Giglio di Lucca e Goldoni di Livorno; Papageno ne Il Flauto Magico alla Royal Opera di Muscat; Don Profondo ne Il Viaggio a Reims al R.O.F. di Pesaro e a Foggia; Amarone nella prima esecuzione assoluta di Una di vino commedia di Luis Bacalov all’Auditorium Verdi di Milano; Gaudenzio ne Il Signor Bruschino al Teatro Marrucino di Chieti; Don Bartolo ne Il Barbiere di Siviglia di Paisiello a Teramo; Leporello in Don Giovanni a Foggia; Selim in una selezione de Il Turco in Italia al Teatro Municipale di Piacenza; Frate Lorenzo ne I Capuleti e i Montecchi al Teatro Verdi di Padova e al Castello Tito Gobbi di Bassano del Grappa; Fleville e Mathieu in Andrea Chenier al Teatro U. Giordano di Foggia. E’ Dulcamara ne L’Elisir d’Amore al Teatro Rendano di Cosenza e al Seoul Arts Center (Corea del Sud). Tra le altre apparizioni all’estero Sagrestano in Tosca al Seoul Sejong Center e al Busan Performing Arts; Uberto ne La Serva Padrona al Teatro Coliseo di Buenos Aires, Tobia in Ser Marcantonio al Festival di Wildbad e Betto di Signa e Talpa nel Trittico Pucciniano al Seoul Arts Center. Si esibisce in concerto a Foggia eseguendo la IX Sinfonia di L.v. Beethoven, il Requiem di G. Fauré, Carmina Burana di C. Orff e la Petite Messe Solennelle di G. Rossini. Tra i futuri impegni Alidoro ne La Cenerentola al Luglio Musicale Trapanese, il debutto nel ruolo del Podestà in Margherita di J. Foroni al Festival di Wexford, Alidoro ne La Cenerentola al Teatro Municipale di Piacenza.

contatto

The post Matteo D’Apolito – Baritono first appeared on incontro con l'artista.

]]>
https://artisti.iteatridellest.com/2017/06/19/matteo-dapolito-baritono/feed/ 0
Ventseslav Anastasov – baritono https://artisti.iteatridellest.com/2017/02/13/ventseslav-anastasov-baritono-baritono/ https://artisti.iteatridellest.com/2017/02/13/ventseslav-anastasov-baritono-baritono/#respond Mon, 13 Feb 2017 14:13:14 +0000 http://artisti.iteatridellest.com/?p=126 Nato a Ruse (Bulgaria), Ventseslav Anastasov è già la terza generazione di una delle più famose famiglie di cantanti in Bulgaria. Inizia giovanissimo i suoi studi musicali suonando il pianoforte e la chitarra classica, dopo di che incomincia a studiare canto con il Maestro Georgi Deliganev. Nel 1990 si trasferisce a Sofia dove studia con il Maestro Asen Selimski nell’Accademia musicale dove nel 1996 si laurea con le migliori qualificazioni.

Read More

The post Ventseslav Anastasov – baritono first appeared on incontro con l'artista.

]]>
Nato a Ruse (Bulgaria), Ventseslav Anastasov è già la terza generazione di una delle più famose famiglie di cantanti in Bulgaria.

Inizia giovanissimo i suoi studi musicali suonando il pianoforte e la chitarra classica, dopo di che incomincia a studiare canto con il Maestro Georgi Deliganev. Nel 1990 si trasferisce a Sofia dove studia con il Maestro Asen Selimski nell’Accademia musicale dove nel 1996 si laurea con le migliori qualificazioni.

Nel 1995 debutta con grande successo Figaro de “Il Barbiere di Siviglia”, e subito entra come solista al Teatro dell’Opera di Ruse, dove fra gli altri canta ruoli come Belcore de “L’Elisir d’Amore”, Marcello e Schaunard di “La Bohème”, Sharpless in “Madama Butterfly”, Zurga di “Le Pêcheurs des Perles” o Dottor Malatesta nel “Don Pasquale”. Dopo questi successi, participa in una tournée che lo porta a cantare tutti questi ruoli in Olanda, Belgio, Svizzera, e Inghilterra.

Debutta al Varna Summer Festival al 2002 con “Fabola per la Scala” e subito è invitato per le prossime stagioni dove canta tra gli altri ruoli come Germont de “La Traviata”, Oneghin di “Evgenii Oneghin”, Belcore de “L’Elisir d’Amore”, Ezio di “Attila”, Il Conte di Luna de “Il Trovatore”, Don Giovanni, Marchese di Posa di “Don Carlo”.

All’Opera di Sofia debutta nel 2005 con Escamillo, ricevendo grandi complimenti da pubblico e critica. Lo stesso ruolo lo porta a debuttare al Palau de Les Arts di Valencia sotto la direzione musicale del Maestro Lorin Maazel e la regia di Carlos Saura.

Successivamente canta Marchese di Posa di Don Carlo, sempre con il Maestro Lorin Maazel. Nella stagione 2007-2008 participa intensamente alle produzioni del Palau de les Arts cantando Obruchenie v Monastire (Matrimonio al convento) diretto dal Maestro D.Jurovskii, in Turandot accanto a Maria Guleghina e Marco Berti sotto la bacchetta  di Zubin Mehta e anche nella produzione del MET Iphigenie in Tauride insieme al Maestro Plácido Domingo.

Nel 2009 debutta il grande ruolo di Rigoletto all’Opera di Sofia e subito dopo è invitato al Festival di St.Margarethen (Austria) per ripetere successo con il ruolo verdiano. Nel frattempo canta in diversi Festival per tutta Spagna i ruoli di Scarpia di Tosca, Figaro e Conte Almaviva delle Nozze di Figaro, Nabucco e Macbeth, e in Svizzera al Festival d’estate di Solothurn canta con grandissimo riconoscimento Marcello de “La Bohème”.

Debutta al Teatro Massimo di Palermo nell’opera Simon Boccanegra e successivamente è invitato dal Maestro Lorin Maazel a participare al Grand Opening of Guangzhou Opera House con Turandot. Debutta al Regio di Parma con grande successo nel ruolo di Ezio di Attila, dopo di che, canta nello spettacolo in memoria di Ghena Dimitrova all’Opera di Sofia. Ritorna al Palau de las Arts nel 2011 per participare nella produzione di Boris Godunov sotto la regia di Andrei Konchalovski.

Grandissimo esito è il suo Barnaba di “La Gioconda” insieme a Elisabetta Fiorillo, Roberto Scandiuzzi e Giovanna Casolla al Teatro Politeamagreco di Lecce e la sua partecipazione nella produzione di Der König Kandaules al Teatro Massimo di Palermo. Recentemente debutta al Teatro di San Carlo di Napoli nella produzione di Rigoletto insieme a Dmitri Hvorostovski, Desirée Rancatore e Stefan Pop, sotto la direzione musicale del Maestro Pier Giorgio Morandi. Nel Giugno scorso anche ha debutato al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Triste con il ruolo di Ezio di Attila con suo fratello Orlin Anastasov, ricevendo entrambi grande riconoscimento di critica e publico. Al Solothurn Festival 2013 si è esibito in diverse Gala Concerto e con i ruoli di Renato di “Un Ballo in Maschera” e Amonasro di “Aida” insieme a stelle come Mario Malagnini e Michèle Crider. 2014 Teatro Verdi – Trieste “Das Liebesverbot” – Friedrich. 2015 Samson et Dalila, Le Grand-Prêtre de Dagon e Amonasro a Splitsko Ljeto festival (Spalato) Turandot con Maestro Zubin Mehta e Andrea Bocelli a Lajatico (Toscana) 2016 Ernani – Opera di Spalato, La Forza del Destino Opera Sofia.

contatto:  venceslavanastasov@yahoo.com

 

The post Ventseslav Anastasov – baritono first appeared on incontro con l'artista.

]]>
https://artisti.iteatridellest.com/2017/02/13/ventseslav-anastasov-baritono-baritono/feed/ 0
Daniele Piscopo – baritono https://artisti.iteatridellest.com/2017/01/15/daniele-piscopo-baritono/ https://artisti.iteatridellest.com/2017/01/15/daniele-piscopo-baritono/#respond Sun, 15 Jan 2017 15:09:43 +0000 http://artisti.iteatridellest.com/?p=108 Baritono varesino di origini beneventane, inizia a studiare canto parallelamente allo studio presso l’Università di Scienze dei beni culturali di Milano e l’Accademia di belle arti di Carrara. Studia tecnica vocale con il M° Sergio Bologna. Allievo dell’Accademia di alto perfezionamento per cantanti lirici del repertorio pucciniano presso la Fondazione Festival Puccini di Torre del Lago e del Centre de Perfecionamento Plácido Domingo del Palau de les Arts Reina Sofía

Read More

The post Daniele Piscopo – baritono first appeared on incontro con l'artista.

]]>
Baritono varesino di origini beneventane, inizia a studiare canto parallelamente allo studio presso l’Università di Scienze dei beni culturali di Milano e l’Accademia di belle arti di Carrara. Studia tecnica vocale con il M° Sergio Bologna. Allievo dell’Accademia di alto perfezionamento per cantanti lirici del repertorio pucciniano presso la Fondazione Festival Puccini di Torre del Lago e del Centre de Perfecionamento Plácido Domingo del Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia. Inizia il percorso operistico debuttando nell’ “Opera da tre soldi” di Kurt Weill nel ruolo di Meckie Messer, nel “Signor Bruschino” di Gioachino Rossini come Filiberto, il Sagrestano nella Tosca di Giacomo Puccini, Colas in “Bastiano e Bastiana” di Mozart nella produzione di Milano Classica. Per la Fondazione Festival Puccini di Torre del Lago ha debuttato nelle seguenti opere: “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti (Dulcamara), “Gianni Schicchi” di Giacomo Puccini (Marco), “Pinocchio” di Natalia Valli (La volpe), il Commissario Imperiale in “Madama Butterfly” per la regia di Takao Okamura e direzione di Valerio Galli. Nel 2011 sostiene I seguenti ruoli: Commissario di Polizia nell’ “Amelia al Ballo” di Gian Carlo Menotti presso il Palau del les Arts Reina Sofia di Valencia per la direzione del M° Placido Domingo e regia di Jean Louis Grinda, Figaro (Cover) nella produzione delle “Nozze di Figaro” di Mozart presso il Palau del Les Arts di Valencia per la direzione del M ° Andrea Battistoni e regia di Ruggero Raimondi. Nel 2012 è il Marchese d’Obigny nella “Traviata” di Giuseppe Verdi per il Teatro di Como produzione Aslico, regia di Fabio Ceresa e direzione Francesco Pasqualetti, Don Alfonso presso il Teatro Perez Galdos di Las Palmas nel “Così fan tutte” di W.A. Mozart per la direzione del M° Pierangelo Pelucchi e regia di Ignacio Cabrera, Morales nella “Carmen” di Bizet presso il Macerata Opera Festival per la regia di Serena Senigallia e direzione M° Domenique Trottein, Bartolo nel Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini alle Settimane musicale di Stresa – Stresafestival per la direzione di Francesco Pasqualetti e regia di Natale de Carolis, Don Alfonso nel “Così fan tutte” di Mozart presso il teatro Donizetti di Bergamo, Bergamo Musica Festival, per la regia di Francesco Bellotto e direzione di Stefano Montanari. Nel 2013 debutta il ruolo del Fattore nella prima rappresentazione assoluta in tempi moderni dell’opera “I due giovani Savoiardi” di Nicholas Dalayrac con Milano Classica, Prospero protagonista dell’opera “Il carretto del venditore d’aceto” di Johann Simon Mayr al Castello di Sandersdorf Germania (Baviera) per la direzione di PierAngelo Pelucchi, Figaro in “Le nozze di Figaro” di W.A. Mozart presso i teatri di Douai e Chennevières sur Marne in Francia per la direzione di Nicolas Giusti. Nel 2014 debutta il ruolo di Shaunard nella “Bohéme” di Giacomo Puccini, Amedeo Corti nell’opera contemporanea “Amici” di Angelo Belisario presso il Teatro Verdi di Pisa, Leporello nel “Don Giovanni” di Mozart al Palazzo dei congressi di Lugano e in Lussemburgo, Masetto nel “Don Giovanni” di Mozart per l’apertura di stagione 2014/2015 del Teatro Verdi di Pisa per la regia di Erico Castiglione e direzione Francesco Paqualetti. Nel 2015 è Figaro nell’opera “Le nozze di Figaro” di Mozart al Tedako Hall di Okinawa (Giappone) per la regia di Tony Cremonese e direzione di Kyosuke Matsuschita, Donald nella produzione di “Billy Budd” di Britten presso il Teatro Carlo Felice di Genova per la regia di Davide Livermore e la direzione di Andrea Battistoni, debutta il ruolo di Malatesta, “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti presso il National Opera Theater of Komi Republic (Russia) per la direzione di Raffaele Mascolo, Kromow nell’opera “La vedova allegra” di Franz Lehar presso il teatro Carlo Felice di Genova per la regia di Augusto Fornari e direzione di Felix Krieger, Masetto nel “Don Giovanni” di Mozart al Teatro antico di Taormina per la regia di Enrico Castiglione e direzione di Stefano Romani, nel mese di novembre debutta Pulcinella, protagonista dell’opera “Il convitato di pietra” di Giacomo Tritto presso il Teatro Verdi di Pisa per la regia di Renato Bonajuto e direzione Carlo Ipata, con dvd di prossima uscita. Nel 2016 debutta al Teatro di San Carlo di Napoli nell’opera “Fedora” di Umberto Giordano interpretando il ruolo di Gretch per la direzione di Ascher Fisch e Maurizio Augustini messa in scena di Lamberto Pugelli (ripresa da Salvo Piro), in ottobre debutta al Macau International Music Festival (China) nell’opera “Turandot” di Puccini (Mandarino) per la regia di Giancarlo Del Monaco e la direzione di Lu Jia, Betto di Signa in “Gianni Schicchi” di G. Puccini nel nuovo allestimento del Teatro Verdi di Pisa diretto da Daniele Agiman, debutta al Teatro Coccia di Novara nell’opera contemporanea “La rivale” di Marco Taralli diretto da Matteo Beltrami. Nel 2017 debutta all’Auditorium di Tenerife “Adán Martín” nella nuova produzione di “Les contes d’Hoffmann” di Jacques Offenbach nei ruoli di: Lindorf, Coppelius, Dr. Miracle e Dapertutto. Vincitore nei seguenti concorsi lirici Internazionali: Premio Giovane promessa al 28^ Concorso Internazionale di Canto Lirico”Ismaele Voltolini”2012. VI Concorso lirico “Principessa Cristina Trivulzio di Belgioioso” con il Premio speciale interpretazione nella sezione duetti con il soprano Bianca Tognocchi. IV Concorso lirico “Silvano Pagliuca” di Benevento- vincitore del ruolo di Tobia Mill per la Cambiale di Matrimonio di Rossini. Secondo premio assoluto e Premio “Giovane Promessa”al concorso “La città sonora” di Villa Ghirlanda (Mi). Concorso ASLICO 2011- finalista per il ruolo di Bartolo – Barbiere di Siviglia di Rossini Concorso Lirico Internazionale “Città di Brescia”- Debutto Bibiena di Mantova, Concorso lirico Fondazione Lina Aimaro Bertasi di Sirmione “Giovani cantanti lirici 2009” Diploma di Segnalazione di merito.

sito web

telefono +39 3471294847

maildanielepiscopo@hotmail.it

The post Daniele Piscopo – baritono first appeared on incontro con l'artista.

]]>
https://artisti.iteatridellest.com/2017/01/15/daniele-piscopo-baritono/feed/ 0
Ambrogio Maestri – baritono https://artisti.iteatridellest.com/2017/01/05/88/ https://artisti.iteatridellest.com/2017/01/05/88/#respond Thu, 05 Jan 2017 14:54:30 +0000 http://artisti.iteatridellest.com/?p=88 “Imponente, inimitabilmente italiano, incarna e canta Falstaff alla perfezione.” Così il «Financial Times» ha definito il baritono Ambrogio Maestri, nato a Pavia, dove ha poi studiato canto e pianoforte. Il suo sensazionale debutto avvenne nel 2001 con Falstaff che, sotto la direzione di Riccardo Muti e per la regia di Giorgio Strehler, lo ha visto protagonista al Teatro la Scala di Milano e allo storico Teatro Verdi di Busseto. La

Read More

The post Ambrogio Maestri – baritono first appeared on incontro con l'artista.

]]>
“Imponente, inimitabilmente italiano, incarna e canta Falstaff alla perfezione.” Così il «Financial Times» ha definito il baritono Ambrogio Maestri, nato a Pavia, dove ha poi studiato canto e pianoforte.

Il suo sensazionale debutto avvenne nel 2001 con Falstaff che, sotto la direzione di Riccardo Muti e per la regia di Giorgio Strehler, lo ha visto protagonista al Teatro la Scala di Milano e allo storico Teatro Verdi di Busseto. La collaborazione con Muti lo portò a debuttare al Teatro alla Scala alcuni dei più emblematici ruoli verdiani quali Jago in Otello, Renato in Un ballo in maschera, Don Carlo di Vargas ne La forza del destino e Giorgio Germont in Traviata.

Ospite dei più prestigiosi enti lirici mondiali, Maestri ha proseguito il suo percorso verdiano interpretando il Conte di Luna nel Trovatore, Amonasro in Aida, Rolando ne La battaglia di Legnano, Simon Boccanegra, Rigoletto e Nabucco nel ruolo del protagonista.

La collaborazione decennale con l’Arena di Verona lo ha visto celebrare, nella stagione 2012, le cento recite di Aida nei panni del personaggio di Amonasro.

In questi anni di intensa attività viene diretto dai migliori direttori tra cui Zubin Mehta, Daniele Gatti, Daniel Oren, Fabio Luisi, Antonio Pappano, Jeffrey Tate, Nello Santi, Marcello Viotti, Marco Armiliato, Gianandrea Noseda, Renato Palumbo, Daniel Harding, James Levine e da registi quali Franco Zeffirelli, Robert Carsen, Graham Vick, Peter Stein, Bob Wilson, Damiano Michieletto, Laurent Pelly, Mario Martone, Hugo De Ana e Bartlett Sher.

Nel 2006 Maestri ha debuttato con grande successo il ruolo di Dulcamara ne L’elisir d’amore all’Opéra de Paris. Negli ultimi quattro anni si è confrontato con Puccini e con il Verismo e ha debuttato Tosca a Torre del Lago, Cavalleria rusticana al Metropolitan di New York e Pagliacci alla Scala di Milano.

Nel 2012 il regista Ferzan Ozpetek, che lo aveva diretto nell’Aida a Firenze, gli ha offerto un ruolo nel suo film Magnifica presenza.

Il 2013, bicentenario verdiano, consacra Maestri come il Falstaff di riferimento; il baritono ha portato infatti Sir John al Teatro alla Scala, all’Opéra de Paris, all’Opernhaus di Zurigo, al Festival di Salisburgo, a Monaco di Baviera, a Tokyo e ha festeggiato la duecentesima recita al Metropolitan di New York. In quell’anno è stato anche Nabucco all’Arena di Verona, Amonasro nell’Aida alla Scala, a Verona e a Tokyo e infine Simon Boccanegra al Teatro Regio di Torino.

Il 2014 lo ha visto impegnato in Pagliacci a Vienna, Tosca a Barcellona e Otello al Teatro Regio di Torino. È tornato nei panni di Falstaff ad Amsterdam con la Royal Concertgebouw Orchestra, a San Paolo del Brasile, al Teatro Colón di Buenos Aires e all’Opera di Firenze, riscuotendo sempre grande successo.

Nel 2015 ha cantato in Aida alla Scala, ha debuttato al Festival di Pasqua di Salisburgo in Cavalleria rusticana, è stato ancora interprete ne L’elisir d’amore e ne La forza del destino alla Bayerische Staatsoper di Monaco, nel Falstaff alla Royal Opera House Covent Garden di Londra, nel Rigoletto alla Wiener Staatsoper e all’Opera di Firenze, in Nabucco al Liceu di Barcellona.

Tra gli impegni del 2016 si segnalano Cavalleria Rusticana e Don Pasquale al Metropolitan di New York, Falstaff in versione da concerto a Chicago, Tosca e La traviata a Monaco di Baviera, Tosca alla Deutsche Oper di Berlino, Don Pasquale e Falstaff alla Staatsoper di Vienna.

Tra i prossimi impegni: Falstaff alla Scala di Milano e a Monaco di Baviera, Tosca ad Amburgo e a Los Angeles e Andrea Chénier a Bilbao.

aggiornamenti sul sito web

The post Ambrogio Maestri – baritono first appeared on incontro con l'artista.

]]>
https://artisti.iteatridellest.com/2017/01/05/88/feed/ 0